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“Alla dritta di ogni pena c’è una gioia sicura”

 

Mercoledì 25 marzo ore 17:17, questo è il preciso momento in cui il mio cervello, mi consente di pensare di riscrivervi.

La guerra si è portata via un mio caro, come forse alcuni di voi sapranno. Una persona unica, come unici sono tutti i cari che ci vengono derubati dalla morte.

Di vittima di guerra vi ho parlato, perché come altro si potrebbe definire una morte solitaria, lontano dai propri cari, senza preavviso, senza possibilità di un estremo saluto né di una preghiera? Vittima di guerra.

E quello che sentite ogni sera al telegiornale o leggete alla mattina sui giornali, altro non è che un bollettino di guerra.

Guerra vera, coi suoi morti, i suoi eroi, i suoi ospedali da campo, i suoi colpevoli: in qualche modo noi tutti.

Vi riscrivo per parlarvi di ciò di cui mi occupo nella vita, lo sapete: gli investimenti, il risparmio.

Ed oggi lo farò in questa maniera: parlandovi di due libri.

L’uno Homo Deus – Breve storia del futuro, di Yuval Noah Harari; l’altro Moby Dick di Herman Melville.

Perché, in questo momento di cui si parlerà sui libri di storia, dovremmo essere qui per ragionare di investimenti e risparmio ed invece io vi parlo di due libri, apparentemente completamente scollegati tra loro?

Homo Deus pubblicato nel 2015, ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Harari, l’autore, è uno storico saggista, dottorato a Oxford, professore di storia mondiale all’Università di Gerusalemme, ha vinto, grazie ai suoi libri, ai suoi saggi e ai suoi articoli, numerosi premi e riconoscimenti internazionali. E’ una celebrità.

Ho letto Homo Deus nel 2019 con grande interesse e ne sono stato sinceramente colpito. Nel suo libro l’autore spiega di come l’uomo stia avvicinandosi a grandi passi, allo status di dio, vero e proprio padrone del mondo, del suo futuro e del suo destino.

Moby Dick, pubblicato nel 1851, ha anch’esso venduto milioni di copie, ma alla sua uscita non ebbe certo fortuna. Melville era americano, nacque in una famiglia agiata, ma che cadde in disgrazia. Passò parte della sua vita in giro per i mari di tutto il mondo, senza mai riscuotere il successo che l’autore di un’opera come Moby Dick avrebbe meritato.

Ho letto Moby Dick da ragazzo e fui colpito dall’intensità che sprigionavano le sue pagine. Per chi non ha letto questo capolavoro, volendolo riassumere in due righe, Melville racconta di come il capitano Achab, al comando di una nave baleniera, cerchi in maniera ossessiva di uccidere la grande balena bianca Moby Dick. Non vi svelo il finale (casomai voleste leggerlo), ma ciò che il libro vuole trasmettere è la pazzia dell’uomo nel tentativo di emergere sopra le altre creature.

Homo Deus contro Moby Dick, Harari contro Melville, Uomo contro Madre Natura.

Ecco alcuni passi di Homo Deus, quando l’autore all’inizio del libro, descrive come l’uomo abbia sconfitto le calamità che lo affliggevano e che ne mettevano in pericolo l’esistenza: “dopo la carenza di cibo, il secondo grande nemico dell’umanità erano le pestilenze e le malattie infettive… le persone vivevano nell’antica Atene o nella Firenze del Medioevo sapendo di potersi ammalare e morire la settimana successiva, o che un’epidemia avrebbe potuto esplodere all’improvviso e annientare la loro famiglia in un colpo solo.” Segue poi una descrizione di tutte le epidemie della storia dell’uomo. Prosegue poi così: “Ogni tanto siamo messi in allarme dall’esplosione di qualche nuova potenziale pandemia, come la SARS nel 2002, la aviaria nel 2005, la suina nel 2009 e l’Ebola nel 2014. Tuttavia grazie a efficienti contromisure, questi incidenti hanno provocato fino ad ora un numero incomparabilmente più piccolo di vittime. Per la SARS alla fine il tutto si è concluso con il decesso di meno di 1000 persone nel mondo.”  E ancora: “…le epidemie costituiscono oggi una minaccia assai meno seria per la salute umana di quanto lo siano state nei millenni precedenti.”

 

Tempo. Sì tempo. Fermatevi prima di proseguire con le prossime righe a ragionare di quanto le precedenti righe, stiano chiassosamente cozzando senza airbag, contro la realtà!

 

Bene rieccoci qua. E’ il turno di Moby Dick.

1.”Bevete ramponieri! Bevete e giurate, voi che guarnite a prora la landa mortale: morte a Moby Dick! E che il Signore ci dia a tutti la caccia, se non daremo la caccia a Moby Dick finché non sarà morto!”

Altra frase.

2.”L’ignoranza è madre della paura.”

E poi ancora.

3.”E’ solamente quando vengono presi nel rapido, fulmineo giro della morte, che i mortali diventano consci dei muti, sottili, onnipresenti pericoli della vita.”

E infine.

4.”In questo mondo, il peccato che paga può viaggiare liberamente e senza passaporto, mentre la virtù, se è povera, viene fermata a ogni frontiera.”

 

Tempo! Ancora tempo! Più di 160 anni sono passati da Moby Dick a Homo Deus, ma ciò che leggo per me è chiaro.

 

  • I ramponieri, ossia l’uomo, giurano di dare la caccia a Moby Dick, la Natura, finché non sarà morta. Vi ricorda qualcosa del mondo in cui viviamo? 
  • E la nostra cieca ignoranza, non è stata madre della paura che adesso noi tutti respiriamo?
  • E non è forse solo da pochi giorni che abbiamo capito di essere mortali, nel più vero senso del termine mentre prima (vedasi Harari) pensavamo di essere degli dei?

Moby Dick non muore, muore Achab (si va bene ok scusate, vi ho rovinato il finale del libro).

Ma Achab non muore in maniera casuale. Achab l’uomo, muore mentre viene trascinato da Moby Dick con tutta la sua nave e tutto l’equipaggio negli abissi. La Natura che trascina in fondo al mare l’uomo, non credo che servano ulteriori descrizioni di questa immagine simbolica. Sopravvive solo Ishmael il mozzo, così che possa raccontare della stoltezza dell’uomo.

Amici lettori. Chi di noi non si ammalerà e starà bene, ha la possibilità di essere Ishmael. Se continueremo noncuranti di questa lezione a vivere come facevamo, saremo tutti complici e tutti Achab e prima o poi Moby Dick tornerà.

Da qui oggi, parte un nuovo vento, una nuova vita. Se non capiremo il cambiamento ne saremo travolti. Se non miglioreremo noi stessi, in funzione della convivenza comune verremo affondati. Quanto ci è mancato in tutto ciò l’investimento nella nostra sanità? Quanto ci è mancato l’investimento in cultura, in ricerca? Perché abbiamo finanziato un apparato statale fatto di clienti/cittadini che dovevano votare i politici che hanno acquistato voti creando debito pubblico, togliendo di fatto risorse per la nostra sanità, le nostre scuole, le nostre università, le nostre aziende? Quante volte, con le nostre scelte, abbiamo bloccato a ogni frontiera la virtù e dato via libera al peccato? (vedi citazione al punto 4)

Se non sapremo dare una svolta a tutto ciò, se non sapremo concepire la sopravvivenza comune come sopravvivenza personale e viceversa, non avremo un futuro.

 

Tempo.

 

Ed ora eccoci ai risparmi. In questa guerra i vostri risparmi sono nell’istituto più sicuro al mondo, molto più sicuro di una qualsiasi banca italiana.

In questa guerra dipende in verità unicamente da voi, la scelta di voler perdere o voler guadagnare.

Se volete guadagnare, se volete preservare i vostri risparmi, ascoltatemi.

E ancora una volta Melville mi viene in soccorso.

“Nella vita di baleniere ai tropici vi avvolge una sublime mancanza di avvenimenti. Non sentite notizie, non leggete giornali, nessuna edizione straordinaria con resoconti impressionanti di banalità vi dà false e inutili eccitazioni; non udite parlare di dispiaceri domestici, di cauzioni fallimentari, di cadute di borsa, non avete mai il fastidio di pensare cosa mangerete a pranzo, visto che per tre anni e più, tutti i vostri pasti son belli e stivati nei barili e la lista è immutabile.”

Vivete come il baleniere ai tropici, non esistono false e inutili eccitazioni, evitate il panico, non sovraccaricatevi di notizie, telegiornali, trasmissioni radio. Leggetevi Moby Dick o un qualsiasi altro libro, è il momento per farlo e probabilmente avete il tempo per farlo.

“L’ignoranza è madre della paura.”

Di nuovo. Sì perché i soldi sono vostri, ma ricordatevi che il gestirli non è il vostro mestiere, è il mio. Soprattutto davanti a una guerra, la non conoscenza di questo mestiere può portarvi a commettere gravi errori. Attenzione in momenti come questo, a considerare tutti i vostri referenti negli investimenti, come uguali: non è così.

“Alla dritta di ogni pena c’è una gioia sicura.”

Ogni volta che c’è una crisi, c’è anche una ripresa, abbiate fede, noi sapremo coglierla.

Massimiliano Picchioni

EVOLUZIONE INVESTIMENTI